domenica 18 aprile 2010

Annunciate a tutti la bellezza della fede: così il Papa alla Grotta di San Paolo (Radio Vaticana)


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Il Papa: "L’arrivo di san Paolo a Malta non era programmato. Come sappiamo, si stava recando a Roma quando sopraggiunse un violento temporale e la sua nave fu scaraventata su quest’isola. I marinai possono tracciare una rotta, ma Dio, nella sua sapienza e provvidenza, dispiega il proprio itinerario. Paolo, che aveva incontrato in maniera drammatica il Signore Risorto sulla via di Damasco, lo sapeva molto bene" (Discorso alla Grotta di Paolo)

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Annunciate a tutti la bellezza della fede: così il Papa alla Grotta di San Paolo

Nella serata di ieri, il Papa ha visitato la Grotta di San Paolo a Rabat, dove, secondo la tradizione, l’Apostolo delle Genti passò tre mesi predicando e facendone il punto di riferimento per la prima comunità cristiana. Su questo evento, il servizio del nostro inviato Alessandro De Carolis:

La nube di cenere sui cieli d’Europa non ha fermato ieri il volo di Benedetto XVI, come 1950 anni fa una tempesta sul Mediterraneo non fermò San Paolo, che anzi seppe trasformare quello che allora apparve un approdo certamente “non programmato” – il naufragio sulle spiagge maltesi – nell’inizio di una lunghissima storia cristiana. Risale con questa consapevolezza Benedetto XVI dalla penombra silenziosa che avvolge la Grotta di San Paolo a Rabat per spiegare alla folla – che qui è pronta ad acclamarlo con grandi feste ad ogni sua apparizione in pubblico – che se i “marinai possono tracciare una rotta”, è Dio, “nella sua sapienza e provvidenza” a dispiegare “il proprio itinerario”.

“Oggi lo stesso Vangelo che Paolo predicò continua a esortare il popolo di queste isole alla conversione, ad una nuova vita e ad un futuro di speranza. Mentre mi trovo fra voi come Successore dell’apostolo Pietro, vi invito ad ascoltare la parola di Dio con animo nuovo, come fecero i vostri antenati, e di lasciare che essa sfidi i vostri modi di pensare e la maniera in cui trascorrete la vostra vita”.

Un po’ di ritardo sui tempi previsti, il Papa era giunto intorno alle 20.20 alla Chiesa di San Paolo, che da secoli sovrasta la Grotta: si è inginocchiato in preghiera davanti alla statua dell’Apostolo, ha offerto una lampada votiva in argento cesellata a mano da maestri orafi romani, quindi tornato all’esterno della Chiesa si è rivolto alla gente e in particolare ai 250 missionari presenti, che sull’esempio di San Paolo hanno imparato il valore dell’essere apostoli in tutto il mondo:

“Cari missionari: ringrazio ciascuno di voi, a nome di tutta la Chiesa, per la vostra testimonianza al Signore Risorto e per le vite spese al servizio degli altri. La vostra presenza ed attività in così tanti Paesi del mondo fa onore alla vostra Patria e testimonia la spinta evangelica innestata nella Chiesa a Malta”.

Ma tutti i maltesi, in ogni ambito della loro vita, sono stati esortati da Benedetto XVI a dare testimonianza, specie ai giovani, della “bellezza” e della “ricchezza” della fede cattolica:

“Di fronte a così tante minacce alla sacralità della vita umana, alla dignità del matrimonio e della famiglia, non hanno forse bisogno i nostri contemporanei – si è chiesto il Papa – di essere costantemente richiamati alla grandezza della nostra dignità di figli di Dio e alla vocazione sublime che abbiamo ricevuto in Cristo?”

Il senso profondo di questa domanda lasciata in consegna, come un pungolo collettivo, ai maltesi, Benedetto XVI l’ha affidata come auspicio nella frase scritta nel Libro degli Ospiti della Grotta di San Paolo: “In questo luogo santo, che ha conosciuto i passi pellegrini di San Paolo, prego che come lui noi possiamo conoscere, amare e servire il Signore risorto nella pace e nella gioia. Dio benedica Malta e Gozo.”

Da La Valletta, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana.

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