martedì 6 aprile 2010

C'è chi usa lo scandalo degli abusi sessuali per i propri fini ideologici, chi per promuovere la propria agenda ecclesiologica e chi per colpire i gay

Clicca qui per leggere il commento di Michael Sean Winters segnalatoci da Mariateresa. Qui una traduzione.

13 commenti:

Vatykanista ha detto...

Guardate i commenti: sono quasi tutti americanisti/progressisti. Fanno quasi tutti l'autore a pezzettini, e sembrano parafrasi "cattoliche" delle arringhe dell'avvocato Anderson, ovvero cieco giustizialismo perdipiù in sala melloniana. Sappiamo che "America", nel suo amero-gesuitismo non è poi così diversa dall'anglica Tablet, però... se i suoi lettori davvero odiano così tanto "Roma" e la "Chiesa costantiniana", che ci facciano il piacere di farsi episcopaliani, luterani, battisti, metodisti...e lasciare spazio ai milioni di esseri umani che vorrebbero convertirsi (o riconvertirsi) al Cattolicesimo romano.

quirinus ha detto...

Scusa Raffaella ma America è una delle riviste più infami del progressismo "cattolico" anti-Ratzinger (e anti Wojtyla prima di lui). Hanno pubblicato di tutto, incluse pubblicità e "opere d'arte" blasfeme come immagini della Madonna Santa ricoperta da un preservativo.

Non c'è caposaldo della fede e della morale sul quale non siano in diretto contrasto con Roma, SPECIALMENTE sul celibato e sulla ammissione in seminario di persone affette da omosessualità (eviterei l'uso della parola "gay": non c'è niente di "gaio" nella devianza sessuale e non bisogna assecondare il tentativo di abituare la gente a vedere cose negative in una luce positiva attraverso la manipolazione del linguaggio).

Per anni hanno accusato J Ratzinger e la Chiesa tutta di "omofobia" e contestato le direttive sulla selezione dei seminaristi e ora si fanno scudo del Papa per negare l'evidente connessione tra devianza omosessuale e gli abusi sui ragazzi? Che schifo! Poichè negli USA (come del resto altrove)l' 81% degli abusi ha riguardato uomini (spesso già con "partner" maschi) che hanno abusato non di bambini ma di ragazzi post-pubescenti, la strategia di "America" diventa chiara: difendere come al solito l'immoralità e continuare a perpetuare la causa più diretta dello schifo che sta venendo fuori e di cui il progressismo amorale è tra i principali colpevoli.

Davvero, dare retta ad "America" sulla pederastia tra il clero è come ascoltare Aldo Busi sul modo di rimanere casti.

Raffaella ha detto...

So benissimo che cosa sia "America" pero' questo commento puo' essere utile per riflettere su chi sta usando lo scandalo.
Sia chiaro: credo che tutti dobbiamo molto ai tradizionalisti!
In questi giorni si sono distinti per l'amore verso il Santo Padre.
Non lo dimentichero' mai...questo e' certo!
Silenzio invece dai sedicenti cattolici adulti (salvo qualche eccezione).
R.

Raffaella ha detto...

Per Vatykanista...un applauso :-)
R.

massimo ha detto...

ottimo raffa segnalare queste cose,ci si deve rendere conto bene di e da dove le cause,chi rema contro e con che argomenti,con tutto questo chiacchericcio salta poi fuori la comare che si lascia andare a dirla tutta.......

Anonimo ha detto...

L'aera "progressista", America, Ncr, Tincq, Martini, Gaillot, sembrano rinsavirsi Ovviamente i lettori delle prime due riviste sono quello che sono, per il resto non so se è per convenienza, visto che lo scandalo della pedofilia ha colpito bipartisanamente, oppure c'è una analisi critica, come avvenne alla Bolognina, per fare un esempio improprio. Persino Golias sembra avere qualche dubbio sulla negatività totale dell'arcinemico Ratzinger.Solo i progressisti tedeschi sono convinti che, eliminato il Papa, sorgerà il sol dell'avvenire. Eufemia

Anonimo ha detto...

Secondo me una cosa è contestare il modo incauto con cui si gestisce lo scandalo pedofilia e una cosa voler approfittare di esso per instaurare il modernismo una volta per tutte. A questo punto, avendo già Amnesty, Emergerncy, Weltethos, ecc. ecc. possiamo risparmiare l'ottopermille e le varie Kirchensteuren, e magari usare le chiese solo per i concerti (non di voci bianche)e le visite guidate.Eufemia

Anonimo ha detto...

definire l'omosessualità una malattia è una cosa medievale, caro quirinus.
non aiuta nemmeno a risolvere il problema(ammesso che di problema si tratti), sai che perdita di tempo cercare una "cura" per una malattia che non esiste?
cerchiamo di stare in questo secolo.

f ha detto...

l'omosessualità è una malattia, se uno ha gli zigomi grossi è un assassino e se ha le mani pelose è un ladro.... altre amenità ottocentesche?

sam ha detto...

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica

2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, [Cf ⇒ Gen 19,1-29; ⇒ Rm 1,24-27; 2357 ⇒ 1Cor 6,10; ⇒ 1Tm 1,10 ] la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8]. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

Anonimo ha detto...

non per tutti ha rilevanza ciò che dice la dottrina.
ciò che la dottrina chiama "disordine", non è percepito come tale dalla maggior parte degli omosessuali, che spesso sono pure felici per la loro scelta, e la felicità è la cosa più soggettiva del mondo, non sarà certo la dottrina a codificarla.

Anonimo ha detto...

state molto attenti a giudicare i sentimenti degli altri

sam ha detto...

@Anonimo
Premessa.
Per i Cattolici dovrebbe aver rilevanza ciò che dice il Catechismo della Chiesa Cattolica.
La Santa Chiesa parla in nome di Dio e Dio non ci dà alcuna regola che non sia per il nostro vero bene e la nostra vera felicità.
Peraltro mi pare che proprio quei paragrafi di Catechismo dimostrino la fermezza della Chiesa col peccato, ma anche la sua larghissima clemenza e comprensione nei riguardi del peccatore.

Nel merito.
Io non giudico, ma mi permetto di testimoniare avendo sperimentato a mie spese quant'è falsa, fragile ed evanescente la felicità che siamo convinti di poter avere facendo a modo nostro, arrogandoci noi, come i progenitori caduti, il potere di decidere ciò che è bene e ciò che è male, in base a nostre valutazioni e a nostre "percezioni", per lo più distorte e condizionate da molti fattori.
Io non giudico anche perchè, purtroppo, ho ragionato anch'io così per tanto tempo, facendomi del male. Non è infatti necessario essere gay per avere la vita in disordine ed anzi per un eterosesuale credo sia persino più facile autoassolversi e negare il peccato, quando lo si compie in nome del "grande amore".
Ma credo che proprio questa autoassoluzione, questo voler sancire come bene ciò che Dio per bocca della Chiesa dichiara male, sia peccato di superbia ben più grave del peccato stesso, perchè farsi dio di se stessi è molto più grave che far sesso fuori dalle regole. Infatti un peccato di cui ci si pente è perdonato, un peccato che si difende è condannato.
La mia esperienza è questa: a un certo punto della mia vita mi sono imposta di non cercare più di discutere o comprendere "la dottrina", mi sono imposta di gettare tutte le mie convinzioni e abitudini più radicate, la mia (falsa) libertà e tutte le mie sicurezze morali, psicologiche e materiali alle ortiche, mi sono imposta di provare semplicemente a.. obbedire, obbedire alla Chiesa per essere più in comunione col Signore.
In questo modo - per pura grazia e dono del Signore della Misericordia - mi si è spalancata sorprendentemente e inaspettatamente una gioia e una felicità e una libertà che non solo non avevo mai provato prima, ma che prima non sarei mai stata neppure in grado di concepire.
E ho scoperto che il più grande amore terreno non è che un pallido riflesso dell'Amore di Dio.
Papa Benedetto XVI aveva spiegato proprio questo all'inizio del suo Pontificato, anche riprendendo ed ampliando gli insegnamenti del suo venerato predecessore, ed io pochi mesi dopo ne ho fatto esperienza.

"Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura - se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui – paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della libertà?
Ed ancora una volta il Papa voleva dire: no! chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera.
Così, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dall’esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita."
Santa Messa di inizio Pontificato: 24 aprile 2005