sabato 10 aprile 2010

Grandi progressi nella comunicazione del Vaticano ma ora è tempo di fare un salto di qualità: risposte più dettagliate e ricorso ai legali


Cari amici, e' indiscutibile il fatto che il Vaticano e la Sala Stampa abbiano fatto passi da gigante nelle ultime due settimane.
Padre Lombardi, in particolare, e' stato particolarmente puntuale e chiaro nelle risposte.
Si controbatte alle accuse infondate dei media con argomenti basati sui fatti e con i documenti. E' la strada giusta.
Purtroppo pero' abbiamo constatato amaramente che questo non basta!
Come giustamente ha osservato Thompson, riportando anche l'opinione di un esperto americano, i media sono come "impazziti". Non rispettano piu' le normali regole giornalistiche, non controllano piu' ne' le fonti ne' le notizie.
Riportano traduzioni sbagliate dal latino, confondono una dispensa con una riduzione allo stato laicale e non si preoccupano di sbattere il Papa in prima pagina con accuse infamanti (per chi le lancia) e false con le conseguenze che stiamo vedendo a Malta.
Cio' che pero' mi manda in bestia e' che NESSUNO si preoccupa di pubblicare le rettifiche e, tantomeno, c'e' la volonta' di spiegare.
E' venuta meno la regola principe dei giornalisti: informare il pubblico.
Questa situazione non e' piu' tollerabile.
La Santa Sede deve adottare una strategia durissima volta ad OBBLIGARE i media a pubblicare immediatamente (nel caso dei siti internet e dei telegiornali) o nella giornata successiva (nel caso della carta stampata).
Se necessario si utilizzino TUTTI I MEZZI consentiti dalla legge, in particolare il ricorso agli avvocati.
Il diritto di rettifica e' sacrosanto e la notizia che smentisce la precedente va pubblicata nello stesso spazio e con la stessa evidenza di quella falsa.
Le buone maniere non bastano piu'!
Evidentemente certa gente ha perso il senso della misura.
E' tempo di adottare una strategia anche punitiva di quei media che insistono con divulgare notizie non controllate per poi non rispettare il diritto di replica.
La risposta della Santa Sede nel caso della lettera del 1985 e' stata del tutto insufficiente.
Si doveva rispondere come Thompson o come alcune agenzie di stampa che hanno richiamato anche le norme di Papa Wojtyla.
Non si deve dare mai la sensazione che la risposta della Santa Sede sia meno efficace nel momento in cui potrebbe coinvolgere i predecessori di Benedetto XVI.
La trasparenza, come ha scritto giustamente La Spina, deve riguardare tutti, senza eccezioni.
Cosi' non di puo' andare avanti.
Confido nel fatto che la Santa Sede sappia trovare la soluzione piu' giusta
.
Raffaella

8 commenti:

euge ha detto...

Cara Raffaella ti do ragione e condivido il tuo post.

Anche il TG5 questa sera, dando la notizia delle lettera, che è stata mostrata senza che si vedesse di chi era la firma, poteva essere una lettera qualunque con lo stemma vaticano, non ha neanche per un attimo spiegato come stavano veramente le cose!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
QUESTA E' L'INFORMAZIONE IN ITALIA IN MANO ALLE LOBBY CHE HANNO PRESO DI MIRA BENEDETTO XVI - IL VATICANO SI DIA DA FARE E PRETENDA LE RETTIFICHE E CHE LE NOTIZIE SIANO DATE SECONDO LA VERITA' E NON SECONDO LA MISTIFICAZIONE DI COMODO!

gianniz ha detto...

Ecco il punto: cominciare a denunciare legalmente chi mente sapemdo di mentire e chi spara nel mucchio. E chiaro che oggi i media non rischiano nulla, quindi... perchè devono rinunciare agli scoop?

Io sarei felice che si organizzasse una colletta per il sostegno delle spese legali...

laura ha detto...

Vedi sopra a proposito del fatto di chiamare il Santo Padre smplicemtne con il cognome Ratzinger. Nessuna regla, nessun rispetto, nessuna professinalità. Forse si difende la libertà di opinine e di stampa o piuttosto s icede all'ignoranza, alla malafede alla volgarità D'accordo con te, Raffaella. Occorrono provvedimenti urgenti e seri, a costo di passare per retrogradi e oscurantisti

massimo ha detto...

Raffa carissima ti appoggio.mi associo alla tua richieste e alle tue argomentazioni.
mas

Giovanni ha detto...

Gli editori, gira e rigira, sono sempre gli stessi nomi legati tra loro da forti legami economici (se non massonici). E' l'editore che detta la linea e che si sobbarca eventuali spese processuali. Se un giornalista fa una "manovra azzardata" è perchè sa che ha le spalle coperte.

Può sembrare un discorso demagogico, ma non credo che stiamo assistendo solo ad una ondata di scarso giornalismo o di sensazionalismo.
La prudenza cristiana mi impedisce di esprimere i miei sospetti su persone apertamente, ma posso liberamente dire che in tutto questo lo zampino del condomino del "piano di sotto" è fin troppo evidente.

Mi unisco alla novena per il Santo Padre e per la Chiesa tutta.

Maria R. ha detto...

Quoto ogni tua singola parola...e speriamo che presto ci si "attrezzi" in tal senso!

Anonimo ha detto...

Cause legali a raffica: ci sono un sacco di preti canonisti in utroque, si diano da fare.
Replica per iscritto negli stessi spazi E rimborsi economici. Quando li pungi nel borsellino... vedrai come si fermano.

Frank ha detto...

Certo, sarebbe bello che partisse finalmente tutta una serie di denunce per calunnia e diffamazione per questa campagna nauseante. Ma indovinate un po' quale sarebbe il risultato? I soliti noti insorgerebbero contro la Chiesa inquisitrice e oscurantista che vuol mettere un bavaglio all'informazione e togliere la libertà di stampa. Comunque, anche se sono degli schifosi, sono destinati a rimanere frustrati nel loro sogno di veder crollare la Chiesa. Non prevarranno neanche stavolta.