venerdì 23 aprile 2010

Il Papa accetta le dimissioni dell’arcivescovo di Bruges coinvolto in un abuso su minore (Radio Vaticana)


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Il Papa accetta le dimissioni dell’arcivescovo di Bruges coinvolto in un abuso su minore

Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi belga di Bruges, presentata da mons. Roger Joseph Vangheluwe, coinvolto in passato in un caso di abuso su minore. A Bruxelles, si è tenuta stamani una conferenza stampa sulle dimissioni del presule, convocata dalla Conferenza episcopale belga. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“Mi rammarico profondamente per quanto ho fatto ed offro le mie scuse più sincere alla vittima, alla famiglia, alla comunità cattolica e alla società”: è quanto afferma mons. Vangheluwe, riguardo alle sue dimissioni da arcivescovo di Bruges. Il presule, attraverso una nota, dichiara che, quando era ancora un semplice sacerdote e all’inizio del suo episcopato, ha “abusato sessualmente di un giovane”. La “vittima – ammette – è ancora segnata”.
Mons. Vangheluwe ha ribadito che negli ultimi anni “ha riconosciuto in più occasioni il proprio errore ed ha chiesto perdono a lui e alla sua famiglia”.
Dal canto suo, l’arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. André-Joseph Léonard, ha innanzitutto rivolto il pensiero alla vittima e alla famiglia. “Per la vittima – ha detto il primate del Belgio – si tratta di un lungo calvario che senza dubbio non è ancora finito”. Le dimissioni di mons. Vangheluwe, ha affermato, “corrispondono a una volontà di trasparenza” della Chiesa belga e si sono rese necessarie “per rispetto della vittima, della famiglia e della verità”. In queste materie, ha aggiunto, la Chiesa ripete che “non c’è da tergiversare” e vuole voltare pagina rispetto ad un periodo non lontano in cui “si preferiva la soluzione del silenzio o del nascondimento”. Questa vicenda, ha proseguito, sarà accolta con dolore da tutta la comunità cattolica belga. Tuttavia, l’arcivescovo Léonard ha auspicato che i vescovi e i sacerdoti del Paese non siano screditati in quanto tali, giacché la stragrande maggioranza di loro vive una vita conforme alla propria vocazione.

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Con chi ha più volte riconosciuto il proprio errore in questi anni? Oltre la vittima e la sua famiglia, intendo. Com'è possibile che il suo nominativo sia finito nella terna sottoposta a GPII? Chi ha spinto affinché il Papa lo nominasse? Perché la vittima e la sua famiglia non hanno parlato?
Riesce difficile, quasi impossibile, credere che nessuno sapesse.
Alessia

Anonimo ha detto...

Da cattolico praticante rispondo alla cara Alessia, che ci posta:
- è molto probabile che alcune personalità religiose fossero al corrente di presunte devianze del Vescovo belga, ma è prevalsa la doppia logica omertosa: del dubbio sui fatti, e della tendenza a "coprirsi a vicenda", frequente negli uomini di Chiesa che "si irritano terribilmente" quando si parla delle loro malefatte;
- qualche tempo fa sottoposi alla carissima Raffaella, la splendida autrice de blog, come sorta di provocazione ecclesiastica, la domanda: ma parte delle nomine vescovili e presbiteriali degli ultimi 50 anni, furono fatte dallo Spirito Santo o da Satana? Compresi l'imbarazzo di Raffaella nel non rispondere al provocatorio quesito, che sottointendeva anche una questione "teologico-dottrinale", se cioè lo Spirito Santo, che ha assicurato la sua assistenza perpetua alla Chiesa, fosse stato disponibile ad intervenire "tout court" (oggi si direbbe senza se e senza ma) a favore della Chiesa (o meglio di certi religiosi, espressioni della Chiesa) in ogni circostanza, anche in quelle nelle quali i religiosi consacrati compivano nefandezze incredibili.
La mia modesta risposta, che "naturalmente" i religiosi consacrati probabilmente rigettano come "blasfema o quasi", era che lo Spirito Santo, che è Dio, quindi perfezione e purezza infinita, non potesse, nei casi immorali, assicurare il suo aiuto per la crescita della Chiesa anche ai preti che lo tradivano con le loro perversioni, e quindi, indirettamente, talvolta doveva "allentare" la sua assistenza alla Chiesa, per non dover diventare "suo malgrado" complice di porcherie inimmaginabili.
Questo è il mio modesto pensiero.

sam ha detto...

Mah...
Direi che i cattolici praticanti come noi farebbero meglio a non addentrarsi, seppure in maniera "modesta", in astruse dissertazioni teologiche in campi tanto complicati... quanto meno per quel timor di Dio che ci impone di mantenere un'obbediente umiltà di fronte al mistero...
Forse che Dio aveva abbandonato Gesù quando Giuda Lo tradiva, o era complice di Giuda, o era andato a farsi un giretto da qualche parte per non esserlo?!
Raccomando per prima a me stessa: cerchiamo di stare attenti alle nostre chiacchiere, almeno quando c'è di mezzo lo Spirito Santo!

"È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio".
Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.