martedì 20 aprile 2010

Il Pontefice punta sull’approfondimento dei comportamenti e sul massimo impegno di fedeltà a Cristo (Galeazzi)


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Inqualificabile il comportamento di tg1 e tg2

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Il Papa: "Dio ama ognuno di noi con una profondità e intensità che non possiamo neppure immaginare. Egli ci conosce intimamente, conosce ogni nostra capacità ed ogni nostro errore. Poiché egli ci ama così tanto, egli desidera purificarci dai nostri errori e rafforzare le nostre virtù così che possiamo avere vita in abbondanza. Quando ci richiama perché qualche cosa nelle nostre vite dispiace a lui, non ci rifiuta, ma ci chiede di cambiare e divenire più perfetti" (Discorso ai giovani)

IL PAPA A MALTA: VIDEO, FOTO, PODCAST

Malta ha accolto il Papa con una grande e calorosa partecipazione. Stamattina erano attesi 15mila fedeli e ne sono giunti 50mila (Radio Vaticana)

Alla messa con il Papa si invoca una Chiesa senza macchia nè vipere. Poi il ricordo di Giovanni Paolo II (Izzo)

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Le vittime di abusi: il Papa ci ha donato la pace (Times of Malta)

Una delle vittime che hanno incontrato il Papa: «Sono stato sollevato e liberato da un grande peso»

Due anni fa, il 17 aprile 2008, per la prima volta nella storia un Papa incontrava un gruppo di vittime di preti pedofili a Washington

INCONTRO DEL PAPA CON LE VITTIME DI ABUSI: COMUNICATO DELLA SANTA SEDE

Il Papa: la misericordia di Dio per guarire le ferite del mondo. Poi incoraggia i sacerdoti ad essere fedeli agli impegni (Izzo)

Il Papa: Non tutto quello che il mondo oggi propone è meritevole. Molte voci cercano di persuaderci a mettere da parte fede e chiesa (Izzo)

Il Papa: "Molte voci cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere. Ci dicono che non abbiamo bisogno di Dio e della Chiesa" (Omelia)

Malta ha riservato al Papa «un’accoglienza superiore alle aspettative». Oltre centomila persone hanno abbracciato Benedetto :-)

L’accoglienza dei Maltesi è calorosissima. «Happy birthday» per il Papa (Tornielli)

Questa storia del "carisma" wojtyliano sta seriamente danneggiando la credibilità dei mass media e rischia di rovinare in molti il ricordo di Giovanni Paolo II (Raffaella)

Il Papa: gravi minacce alla vita ed alla sacralità del matrimonio (Izzo)

La dolce rivoluzione di Papa Ratzinger. Lunedì si chiude il primo lustro del pontificato di Benedetto XVI, il Papa della fede e della ragione (Grana)

Lucetta Scaraffia: "La libertà del Papa" (Osservatore Romano). Monumentale

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE A MALTA (17-18 APRILE 2010): LO SPECIALE DEL BLOG

CHIESA E ABUSI

“Siamo feriti dai nostri peccati”

Il Papa a Malta invoca la “purificazione” e oggi incontrerà le vittime dei religiosi pedofili

DALL’INVIATO A MALTA

«Tolleranza e reciprocità per gli immigrati».
Sulle orme del «grande apostolo di Malta, san Paolo», Benedetto XVI, è atterrato ieri pomeriggio (malgrado l'«oscura nube») nell'estremo avamposto d'Europa, rievocando la secolare «difesa della cristianità sia per terra che per mare» e collocando l'emergenza-immigrazione tra le priorità della Ue. L'accoglienza degli extracomunitari, avverte Joseph Ratzinger, è una «questione cruciale per il futuro di questo continente».
Poche ore prima, nel messaggio al Pontefice, il presidente della Repubblica, Napolitano aveva richiamato «ad assistere ed accogliere, con spirito solidale e senza pregiudizi, coloro che cercano rifugio dalla violazione della loro dignità di uomini e dei loro diritti fondamentali». Malta, evidenzia il Capo dello Stato, è «una cerniera geograficamente significativa fra i popoli del sud del mondo e il vecchio continente», perciò la visita di Benedetto XVI è «fonte di rinnovata riflessione e di grande speranza».
Il monito del Pontefice è preceduto da una serie di duri interventi della Santa Sede contro i respingimenti.
«Le intercettazioni e i decentramenti rendono impossibile a migliaia di persone raggiungere la costa nord del Mediterraneo, o persino di lasciare il loro Paese di origine o di transito - spiega l'arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti -. Nessuno può essere trasferito, espulso o estradato verso uno Stato dove esiste il serio pericolo che la persona sarà condannata a morte, torturata o sottoposta ad un trattamento disumano».
Sebbene per la sua posizione geografica Malta sia uno storico crocevia di culture, oggi punto di arrivo di migliaia di clandestini in gran parte provenienti dal Nord Africa, l'islamismo è diffuso solo nell’1% della popolazione, che prega nell’unica moschea del Paese. Crescono invece i cristiani ortodossi, soprattutto greci e ciprioti. A scalfire però le ferme convinzioni cattoliche dei maltesi ci ha pensato, inevitabilmente, la secolarizzazione. Le persone favorevoli al divorzio in due anni sono cresciute del 7% (nel 2010 sono salite al 53%), mentre oggi solo la metà dei maltesi si reca alla messa domenicale, contro il 75% del 1982. E il nuovo leader laburista Joseph Muscat ha annunciato una proposta di legge sul divorzio assicurando che i deputati del suo partito voteranno secondo coscienza. Ma l'arrivo del Papa, forse, renderà quella di Muscat una sfida impossibile. E ieri Benedetto XVI ha richiamato ai loro doveri di solidarietà tutti i fedeli europei. L’immigrazione «è una grande sfida del nostro tempo alla quale dobbiamo tutti rispondere» ha detto durante il volo, «bisogna lavorare affinché tutti possano vivere nella loro terra una vita dignitosa e dall’altra parte fare il possibile afriche trovino uno spazio di vita dignitosa». Quindi è necessario trovare la «fantasia per rispondere a queste sfide».\
La Chiesa è stata «ferita dai nostri peccati» e il Vangelo è «la vera forza che purifica e guarisce», scandisce Benedetto XVI in apertura del viaggio a Malta nel quale è atteso l'incontro con le vittime dei preti pedofili. A illustrare la linea ratzingeriana della «penitenza e purificazione» è il segretario di Stato Bertone. Contro gli abusi sessuali nel clero «il Papa ha dato un'impostazione molto chiara», che è quella di «assumere con decisione la propria missione secondo il progetto di Dio», sottolinea il braccio destro di Benedetto XVI.
Dunque, per uscire dalla devastante crisi attuale il Pontefice punta «sull’approfondimento dei comportamenti e sul massimo impegno di fedeltà a Cristo, di lealtà nella propria missione, a seconda della vocazione di ciascuno».
La prima indicazione del Papa è l’assunzione di responsabilità, il «mea culpa» per le colpe dei sacerdoti pedofili e le coperture delle gerarchie ecclesiastiche.
No, dunque, a strategie controproducenti di settori della Curia e degli episcopati nazionali come i generici riferimenti a complotti o cospirazioni contro la Chiesa. Il Pontefice reclama piuttosto «un coraggioso e forte impegno educativo, perché questo è il campo in cui crescono i fanciulli, i giovani e i formatori e quindi qui bisogna dare dei valori che siano la linfa della vita, dei comportamenti dei giovani e di quanti si occupano della gioventù», puntualizza Bertone. Benedetto XVI mira al «rinnovamento della missione sacerdotale, secondo il progetto di Cristo, che è modello di ogni sacerdote» e contro gli abusi sessuali del clero invoca la massima attenzione verso «i candidati al sacerdozio e i sacerdoti, conformemente alla loro missione».
Intanto però i vertici della Chiesa sono sempre più nella bufera per lo scandalo pedofili.
Nel settembre del 2001 papa Wojtyla non solo seppe, ma addirittura approvò e incoraggiò la scelta del cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, ministro vaticano del Clero, di inviare una sconcertante lettera di elogi al vescovo di Bayeux-Lisieux, Pierre Pican, per non aver denunciato un prete pedofilo della sua diocesi. A chiamare in causa Giovanni Paolo II, che appena quattro mesi prima di quella lettera aveva firmato il documento sui «Delicta Graviora» che affidava all'ex Sant'Uffizio i casi di pedofilia nella Chiesa, è stato ieri lo stesso Castrillon in una conferenza a Murcia e le sue parole sono state accolte dagli applausi dei vescovi e dei cardinali presenti. «Dopo aver consultato il Papa e avergli mostrato la lettera, la inviai al vescovo, congratulandomi con lui per essere stato un modello di padre che non consegna i suoi figli» alla giustizia, ha spiegato Castrillon, aggiungendo che Giovanni Paolo II «mi autorizzò a inviare la lettera a tutti i vescovi del mondo e a metterla su Internet».
Castrillon si congratulava «per non aver denunciato un prete all'amministrazione civile» con il vescovo Pican che, pur essendone a conoscenza, aveva insabbiato gli abusi commessi dall'abate René Bissey, nel frattempo condannato a 18 anni di reclusione. La lettera di Castrillon, aveva assicurato giovedì il portavoce vaticano, «non rappresenta la linea presa dalla Santa Sede», ma, anzi, «dimostra» quanto fosse necessaria l'unificazione di tutti i casi di abusi sessuali sotto la competenza «unitaria e rigorosa» dell'ex Sant’Uffizio. Ieri Castrillon ha ribadito che Pican non denunciò l'abate pedofilo «perché ne aveva ricevuto la confidenza» e perché si era attenuto al diritto canonico che vieta al confessore «di riferire quanto detto dal penitente, con le parole o in qualsiasi altro modo, e per nessun motivo».
Una giustificazione, quella del «segreto professionale», addotta dal vescovo anche nel suo processo davanti al tribunale di Caen, ma che i giudici trovarono inammissibile, condannandolo a tre mesi con la condizionale per «mancata denuncia di crimini sessuali su minori di quindici anni». «Mi rallegro di avere un confratello nell’episcopato che, agli occhi della storia e di tutti gli altri vescovi del mondo, avrà preferito la prigione piuttosto che denunciare un prete della sua diocesi», gli scrisse pochi giorni dopo la condanna l'allora ministro vaticano che, portando monsignor Pican a modello di comportamento «in questo campo così delicato», decise di inviare con l'autorizzazione di papa Wojtyla copia della lettera «a tutti i vescovi del mondo». Ora Benedetto XVI volta pagina.

© Copyright La Stampa, 18 aprile 2010

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